La Stampa di oggi parla dei giovani-vecchi del Pd (pare sia una storia a puntate, ormai è un genere letterario). A trentacinque anni, non mi sento né giovane, né vecchio. Mi sento bene, però. E libero. E continuo a pensare che il Pd abbia tutta la vita davanti. L'insegnamento, come sempre, è quello di Saramago, che ha millemila anni, per dire. E sostiene:
Non bisogna avere fretta, non bisogna perdere tempo.
E l'altro che vale la pena di citare di nuovo è il Professore:
Il ricambio non è il singolo esponente che va nel talk show a fare il fenomeno: è un lavoro di rete, una comunione di menti e di sensibilità con il territorio.
Dobbiamo andare oltre, lo ripetiamo da tempo. E ci servono quella rete e quella sensibilità. La selva è oscura e la piaggia è diserta, d'accordo, la diritta via non la si trova nemmeno su google map, ma l'ora del tempo e la dolce stagione ci fanno ben sperare.
P.S.: nel grafico a noi dedicato, la definizione di «televisivo» è fighissima (benché un po' tirata), soprattutto se confrontata alle altre («sempre in maggioranza» e «all'ombra del leader»…). Voglio vivere così, col sole in fronte.

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