Livebersaning dalla direzione nazionale del Pd. «A un lieve avanzamento», dice Bersani. «Berlusconi ha vinto e il resto sono chiacchiere. Questa è la lettura che è passata. Io dico che questa lettura non ci dice nulla della profondità e della rilevanza enorme di quello che è emerso da quel voto». «Per la prima volta dal 2007, il Pdl perde significativamente consensi (-4%). La Lega non compensa questo calo, ma acquisisce un rilevantissimo vantaggio politico (superiore anche al proprio vantaggio elettorale». «Drastica caduta della partecipazione». «Il centrosinistra accorcia le distanze, lievemente meno colpito dall'astensione». «Saldo attivo del Pd da parte dell'Idv, si segnala anche un flusso in entrata dal Pdl». «Noi avanziamo di quasi 2 punti al Nord e arretriamo di 1,5 punti nel Sud: è il Sud che ci propone un tema rilevantissimo, in qualche caso drammatico». «Riassumendo: la destra con tutta evidenza paga elementi di scollamento rispetto ai grandi temi economici e sociali e noi non ci espandiamo perché non raffiguriamo un'alternativa affidabile a questo stato di cose». «Un segnale profondo, in una fase nella quale nel nostro Paese sta scivolando». «Non è un tema di oggi, ma sono convinto che oggi ci segnala effetti politici che annunciano un orizzonte problematico, aperto a soluzioni diverse, perché in questo distacco tra società e politica c'è il rischio che si aprano spazi a soluzioni regressive, ma anche alla contendibilità della politica italiana». «Un sistema politico non è in grado di guidare la modernizzazione del Paese dopo l'introduzione dell'euro». «Noi abbiamo vissuto e stiamo vivendo in un bipolarismo che tende a radicalizzarsi, in un presidenzialismo implicito a forte curvatura populista». «Il Paese è da anni senza decisione di cambiamento e di riforma», come dice Tronti. «Pesa ancora l'esperienza di governo del 2006-2008» [già]. «In chiave di plebiscito, più potere significa meno decisione, che usa il governo per il consenso, non il consenso per governare». «Scarto tra berlusconismo e società italiana», evidente, secondo Bersani. «B usa le leggi ad personam non solo per l'interesse suo, ma anche per distrarre l'attenzione». «Ora, un Paese senza decisioni, arretra, fino al rischio di oscurare il senso di fondo dell'unità della nazione»: «divari sociali, territoriali, di standard civili stanno crescendo». «Abbiamo un governo che incoraggia i meccanismi corporativi, contro i meccanismi collettivi, coesivi di risposta al problema» [bello questo passaggio]. «Proposta della Lega vagamente confederale che può parlare anche al Sud e ai suoi gruppi dirigenti consociativi e clientelari» [anche questo]. «Riduzione dei redditi» e «perdita di orizzonte della nuova generazione», «un balzo al 28% della disoccupazione giovanile, percentuali sconosciute all'Europa (le puoi ritrovare nel Maghreb)» [ottimo]: «nella condizione giovanile c'è il riassunto di tutti gli indicatori che potrei richiamare» [al partito dei giovani si iscrive anche il segretario, benissimo]. «C'è un processo reale di riduzione di peso in questo scivolamento». «Il Pd ha fatto un'analisi corretta della crisi, una crisi lunga, che poggia, per noi, su problemi strutturali precedenti». «Se questo è il quadro, possiamo capire meglio il montare di elementi di disaffezione». «Dal lato nostro non emerge una prospettiva di alternativa». «Spaesamento della classe dirigente, si applaude chi dice che c'è il declino e anche chi dice che non c'è». «Elementi di vitalità del Paese: noi vediamo che dopo l'Euro abbiamo avuto una quota rilevante del sistema produttivo che si è caricato sulle proprie spalle la sfida, con processi di adeguamento e di innovazione». «Spirito civico». «Le dimensioni locali, con un localismo reale». «Risorse di risparmio, pur indebolite, fattori di innovazione, che continuano ad agire». «Una non estraneità al Paese che si muove, la dobbiamo esprimere». «La vocazione maggioritaria è la simpatia verso il Paese, no all'illuminismo, no al giacobinismo». «Esigenze di rassicurazione, con la domanda di innovazione che resta debole». «Abbiamo bisogno di un'intenzionalità, in un rapporto intimo e diretto con il Paese, però». «Dobbiamo metterci all'altezza di questa sfida» [ora si parla di Pd]. «Propongo di metterci in quell'orizzonte di lavoro: un'agenda che ci porti a un appuntamento rilevante, quello del 150°, in cui deve emergere la nostra visione sulla nuova unità della nazione» [giusto]. «Elaborazione di interventi su alcuni cruciali elementi programmatici: punti sensibili e dirimenti su cui presentarci con una proposta netta». «Il lavoro: nuova generazione nel mercato del lavoro, unificazione dei diritti del lavoro e costo del lavoro. Il lavoro da creare, economia verde, della qualità e dell'innovazione». «Il fisco, il luogo del 'tradimento' della destra, tema fiscale che non si può rimandare a dopo il federalismo fiscale». «Non dobbiamo promettere riduzioni di entrate, ma riduzioni di carico per le famiglie e per il lavoro». Contro l'evasione fiscale, obiettivo di fedeltà fiscale, tracciabilità realistica, ogni euro in più ricavato dall'evasione è un euro in più per le famiglie e per le imprese». «Bilanciare tra chi inquina e chi no», anche. «Tema educazione e tema istituzionale: dire che una proposta ce l'abbiamo. Per ora la destra ha la "bozza di una bozza", la bozza Calderoli, che non è potabile, ma da respingere, un doppio vestito su misura per le esigenze della Lega e di B, noi non siamo una sartoria, vestiti su misura non ne facciamo». «Progetto di legge sui partiti (testo Castagnetti), una proposta di legge sui referendum, riduzione dei costi della politica, una proposta sul patto di stabilità». Non si parte dalla «satrapia», soluzione propria di un sistema bipolare, che consenta agli elettori di scegliersi i deputati e di mantenere un governo nelle condizioni di arrivare alla fine della legislatura: «tono generale, fissati i paletti, sdrammatizzare il tema, però, perché le leggi elettorali cambiano ma B c'è dal 1994» [pare lontano da D'Alema, in questo, ma magari è un'impressione]. «La giustizia non è un tabù, ma un servizio che non funziona, che faremo in polemica vivente con le leggi ad personam. Orlando va precisato, ma non esiste che si parli di intelligenza con il nemico» [stupidità con il nemico, nel caso?]. «Ci vogliono norme anti-trust sulla comunicazione per cogliere il tema del conflitto d'interessi» e «un progetto di legge: fuori i partiti dalla Rai» [magari potevamo farlo prima delle recenti nomine… così eravamo anche un po' credibili, come qualcuno diceva tempo fa]. «Metodo di lavoro: la segreteria parte ad individuare le prime piattaforme, circuiti di partecipazione fisici e di rete, e darci appuntamento nei prossimi mesi» [mi sembra di averlo già sentito, questo percorso]. «Coordina Letta, Cuperlo coinvolge gli intellettuali, chiedo anche la possibilità di potere discutere del ruolo delle fondazioni» [le fondazioni, no!]. «Organizziamo il campo del centrosinistra e i rapporti politici con le forze di opposizione». «Essenziale ispirazione nei rapporti politici: contro il neoautoritarismo, convergenza repubblicana di tutte le forze di opposizione e di maggioranza» [qui un po' di D'Alema c'è]. «Piattaforme comuni con tutte le forze di opposizione» con «lo sforzo di coinvolgere le forze di opposizione». «Tra progetto e alleanze non vedo distinzioni». «Si aggiusteranno» tra B e Fini, troppa Lega mette in discussione l'alleanza, insieme. «Decisiva l'utilità marginale», come Craxi nella Prima Repubblica [con qualche problemino, però, perché il 12% è concentrato]. «Dove andrà la tribù?», B non lo sa, e forse qualcuno non vuole fare la stessa strada. «Se si parla seriamente di lavoro, si va anche ad Arcore» [io mi fermo a Monza…]. «Noi siamo alternativi alla Lega su questioni radicali, che attengono perfino le condizioni umane, di fronte ai diritti delle persone, di fronte alle migrazioni, di fronte ai bambini nelle mense, disvalori che picconano elementi fondamentali di convivenza». Siamo «alternativi», dunque, «ma sfidanti su altri temi, che sono 'nostri': autonomia, territorio, destino della piccola impresa, burocrazia». «Più la Lega prende il potere», più aiuta B. «B il partito del predellino non l'ha fatto con Fini, ma con la Lega». «Lavorando per l'Italia, ci daremo il profilo del partito». «Una strada lunga e con inciampi». «Trasmettiamo positività, con lo sforzo di stare un po' sul pezzo, resistendo alla palingenesi, alla palinodia» [abbiamo resistito fin troppo]. «Partito del lavoro e della nuova generazione, della Costituzione e della nuova unità della nazione» [come qualcuno ha detto sabato scorso, a Milano: uguale]. «Uguaglianza, merito, civismo», anche l'uguaglianza [uguale, ma è sicuramente un caso]. «Diffusi elementi di anarchismo e di personalizzazione», «struttura federale debolissima, sfrangiata, non ha contrappesi». «Il buon nome della ditta può girare nelle mani più varie», «i meccanismi di partecipazione vanno in automatico, scagliati contro di noi, anche contro il rinnovamento» [questa è pessima]. «Chiudiamolo il Congresso: a mente sgombra, con grande affetto per la ditta, mettiamo mano allo Statuto». «Impianto federale» [Prodi]. «Sangue nuovo» [per ora ne è scorso parecchio…]. «Rilanciare il modo d'essere come partito, chiedo la disponibilità politica per intervenire subito su chi vota ai Congressi, se iscritti o elettori, per le strutture provinciali; noi dobbiamo prendere dal basso il tema del federalismo: finanziamenti vanno alla base, i soldi restano lì; una quota significativa dei membri delle Federazioni debba essere composta da segretari di circolo; incompatibilità incarichi di partito e incarichi istituzionali; tracciabilità dei finanziamenti delle candidature; esigibilità delle norme del nostro Codice etico». Ci vediamo all'assemblea di maggio. «Messaggio di fiducia».
[tra parentesi quadre le mie personalissime osservazioni]

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