itano Moretti. «Continuiamo così, facciamoci del male», «con questa classe dirigente non vinceremo mai», ecc. Dicono che ci vogliono «facce nuove». Parlano di «ricambio». Dicono che dobbiamo avere «coraggio». Chi non ne può più di Latorre (il più gettonato) e di tanti altri. Chi dice «hai visto Vendola? Lui sì». Chi, a Torino, se la prende con i «padri», un po' tardivamente, per la verità. Chi a Roma dichiara «basta, non se ne può più». Ecco, se posso, penso che ci vuole qualcosa d'altro. E non solo lo penso ma, nel mio piccolo, lo farò.
1. «Nessuno tocchi Pigi». Lasciar perdere il dibattito interno. C'è stato un Congresso – il Congresso più lungo della storia degli uomini -, è stato eletto un segretario e tutto il gruppo dirigente. I 'soliti' da sempre e quelli 'nuovi', scelti in base alle affiliazioni (termine tecnico). Ora i già-segretari attaccano il neo-segretario. A noi, tutto questo, non deve interessare. Aiutiamo il neo-segretario, lealmente, andiamo oltre.
2. «Nel Pd, a maggior ragione». A chi è scettico, chiedo di confidare nel Pd, perché fuori dal Pd c'è poco o nulla (argomento 'tecnico' e ovvio, ma non banale) e perché il Pd è comunque un grande partito (quantitativamente e qualitativamente, se solo ci credesse un po' di più), l'unico che può fare la differenza. E perché l'idea in sé non era e non è male. Indebolirlo porterebbe al ritorno al passato unionista che, personalmente, non rimpiango affatto. Andiamo oltre.
3. «Non avere fretta, non perdere tempo». La frase di Saramago (che c'ha millemila anni) ci ricorda che i giovani non devono «far carriera», ma imparare e lavorare e affermarsi solo in relazione al fatto che imparano e lavorano. «Alla svelta», quindi, ma non «tutto e subito». Se è possibile, passiamo dalla ricerca dei «posti» alla ricerca di «proposte». Studiare, in politica, significa leggere qualche libro e frequentare i posti dove succedono le cose. Se vi guardate intorno è pieno. Non fermiamoci alle sedi della politica tradizionale (punto 1), andiamo oltre.
4. Preoccupiamoci di fare bene due o tre cose, che sentiamo più 'nostre' delle altre. Magari partendo da quello che non va. Il voto (e la non-politica) al Nord, quello dei giovani (e la loro rappresentanza, che riguarda anche i cittadini di una certa età), le potenzialità del Sud, coperte, di volta in volta, dalla mafia, dal malaffare, dai rifiuti, dall'irresponsabilità. Elaboriamo strumenti, modalità, proposte per il Pd in questi tre campi. Facciamolo dopo aver studiato, osservato, chiesto e ascoltato. Facciamolo come se fossimo un think tank, ma all'aria aperta, non nel chiuso di una fondazione. Cerchiamo di capire che il 'radicamento' è spesso mediatico e culturale, prima che gazebistico e politicista. Pensiamo a cosa si può dire al bar, non ai convegni. Siamo in missione per conto del Paese? Forse solo di noi stessi ovvero di quelle centinaia di migliaia di persone che ora non si sentono rappresentate. Il rinnovamento non si fa con la sola imposizione dei dati anagrafici. Si fa con i progetti, le idee, le parole, le chiavi di lettura, i punti di vista. Non fermiamoci, andiamo oltre.
5. Se avete seguito fino a qui, proseguite con noi. Diamoci un riferimento aperto, a rete (il web come filosofia, non solo come luogo, ma come metodo), un linguaggio più immediato, una regola, che è quella di essere propositivi. Sempre. Ci vediamo a Milano, il 10 aprile, un sabato, alla mattina. I dettagli organizzativi arriveranno, nel frattempo, tenetevi liberi. E pensiamo ai prossimi mesi come mesi di una grande campagna politica, dal momento che la campagna elettorale è andata così… La banda si allarga. Andiamo oltre.

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