Terzo mandato di Formigoni (che, in realtà, sarebbe il quarto): l’Ufficio centrale regionale presso la Corte di Appello di Milano si è espresso sul nostro ricorso, dichiarando troppo complesso il giudizio per essere risolto in un solo giorno. Il problema resta aperto, quindi. Chissà se Formigoni darà dei «farisei» anche ai membri del collegio giudicante. Oppure se se la prenderà con i suoi colleghi di partito che hanno presentato identico ricorso contro Vasco Errani («sinistra farisea», aveva dichiarato: specchio riflesso, chi lo dice sa di esserlo).

Comunicato stampa. A seguito dell’esposto presentato tra gli altri da Vittorio Angiolini, Giuseppe Civati, Carlo Monguzzi e Riccardo Sarfatti, in merito alla ineleggibilità (o incandidabilità) di Roberto Formigoni a presidente della Regione Lombardia, l’Ufficio centrale regionale presso la Corte di Appello di Milano si è dichiarato impossibilitato a provvedere su di un tale «complesso giudizio» stanti i «termini temporali assai stretti», e cioè 24 ore, per concludere la sua attività. L’Ufficio centrale ha altresì sottolineato che comunque la competenza a decidere sulla validità dell’eventuale rielezione per la terza volta di Roberto Formigoni spetterà in via amministrativa al Consiglio Regionale, «fatta salva la competenza dell’autorità giudiziaria a decidere sui relativi ricorsi» in via successiva. Il problema resta quindi aperto. Abbiamo fatto ogni sforzo affinché sull’ineleggibilià (o incandidabilità) di Roberto Formigoni si facesse chiarezza subito, ma non è stato possibile. Ciò mette in rilievo la gravità dell’atteggiamento di Roberto Formigoni il quale, ricandidandosi ad una carica che resta dubbio egli possa continuare a coprire, lascia un ombra sul confronto elettorale e mette a rischio la saldezza del futuro assetto istituzionale regionale. Dopo le elezioni basterà infatti il ricorso di un solo e qualunque elettore lombardo per riaprire la questione, con effetti potenzialmente dirompenti sul governo regionale appena eletto.

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