Direzione nazionale. Da parte della maggioranza del Pd si minimizza il risultato. Qualcuno parla di vittoria in ogni caso, perché l’Udc in Puglia va da sola (argomento pro Vendola anche questo, per altro, ma non se ne rendono conto). L’intervento più convincente della giornata, quello di Franco Marini. Che ricorda l’importanza della vocazione maggioritaria, che rammenta come i cattolici, in Puglia, abbiano votato Vendola (pur essendo moderato il suo avversario), che si appella a un voto che per Bonino, nel Pd, c’è già stato, nel 2008. Mi sento mariniano, insomma. Perché la realtà è complessa, e il Pd deve essere più comprensibile e più semplice. Vedrete che Vendola vincerà. E Bonino se la giocherà («siamo diventati competitivi», dice Marini), e altri faranno buoni risultati. Lavoriamo alla leadership, senza farcela dettare dagli altri, sul piano politico e, prima ancora, culturale: altrimenti che leadership è?

P.S.: Ignazio Marino, commentando le ultime settimane, ha detto che il profilo del Pd non è stato chiaro agli elettori. E nemmeno ai dirigenti del partito. Mi pare una sintesi efficace.

P.S./2: Mauro Agostini ha chiesto che si trovi una via trasparente e partecipata per risolvere il caso umbro, che lo vede coinvolto.
P.S./3: un dirigente del Pd mi ha spiegato che vogliono farmi fuori. Strano, non ci avevo mai pensato.
P.S./4: Marta Meo ricorda che il Congresso è appena stato celebrato e che era già tutto previsto.
P.S./5: qualcuno, timidamente, introduce alcuni argomenti non politicisti, ma si preferisce il famoso dibattito interno. A parte Bersani, che ha parlato più di programma che di Puglia. Forse ha fatto bene.
P.S./6: Gianni Cuperlo chiude la riunione, come sempre: «Dobbiamo fondere una politica delle alleanze con una forte proposta di governo e una riconoscibile identità culturale». Tutto giusto. Speriamo che valga per la prossima volta.

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