La diffusione delle reti d’informazione sta formando il nuovo sistema nervoso del nostro pianeta. Quando qualcosa accade ad Haiti o nell’Hunan lo veniamo a sapere in tempo reale, e da persone reali, e possiamo reagire subito. Il team di soccorritori Usa e la ragazza sepolta sotto le rovine di un supermarket hanno comunicato in un modo che era impossibile solo una generazione prima. È stata salvata grazie a un sms. Mentre siamo qui chiunque di voi, o dei vostri figli, può trasmettere la nostra discussione a miliardi di persone in tutto il mondo utilizzando gli strumenti che ci portiamo dietro ogni giorno. Sotto molti aspetti, l’informazione non è mai stata così libera. Perfino nei Paesi autoritari le reti d’informazione aiutano la gente a scoprire cosa sta accadendo e costringono i governi a tener conto dell’opinione pubblica. Ma in questa esplosione senza precedenti di connettività, dobbiamo anche riconoscere che le tecnologie non sono soltanto una benedizione. Sono strumenti che possono venire utilizzati contro il progresso e i diritti politici. Come l’acciaio può venire usato per costruire ospedali o mitragliatrici, e l’energia nucleare può riscaldare le città piuttosto che distruggerle. Le stesse reti che aiutano a organizzare movimenti per la libertà permettono ad Al Qaeda di diffondere l’odio e incitare alla violenza contro gli innocenti. E le tecnologie che possono rendere i governi più accessibili e trasparenti vengono utilizzate per reprimere il dissenso e negare i diritti umani. Per loro natura, le nuove tecnologie non si schierano nella lotta per la libertà e il progresso. Gli Stati Uniti invece sì. Noi vogliamo un solo Internet al quale tutta l’umanità ha accesso eguale per attingere conoscenze e idee. La sfida potrebbe essere nuova, ma la nostra responsabilità nell’aiutare il libero scambio di idee risale agli albori della nostra repubblica, e oggi riteniamo cruciale garantire agli utenti di Internet alcune libertà fondamentali.

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