Ieri sono stato a Rimini, dove c’è un gruppo di ragazzi molto capaci, che vado a trovare sempre molto volentieri. Viaggiavo su un FrecciaTreno (in FrecciaAnticipo, incredibile) con Pap Khouma. La mattina, Pap era intervenuto alla presentazione dello sciopero degli stranieri con un intervento molto forte. Aveva ricordato Rosa Parks, stigmatizzato «un Paese che versa nel tribalismo politico» e «una politica che campa sulla pelle degli immigrati» assecondata da «molti giornalisti che non hanno coraggio». Diceva, Pap, di «vergognarsi come italiano», perché vede farsi strada nell’opinione pubblica cose che in altri Paesi sono state combattute e sconfitte molto tempo fa. Pap, in viaggio verso Rimini, parlava di Fini e mi diceva: «Non potete, non possiamo rispondere solo che è un fascista o che ha fatto la Bossi-Fini. Bisogna rispondergli sul punto». Mi diceva che ogni italiano si è trovato «uno straniero buono», a cui voler bene, un amico da rispettare, senza però riuscire a fare un passo più in là: avere un amico straniero sembra consentire di pensare cose molto negative nei confronti di tutti gli altri. Racconta che una sua amica gli ha detto: «Sei il secondo islamico con cui abbia mai parlato che dice cose sagge». E a Pap che le chiede: «Con quanti musulmani hai parlato?», lei risponde: «Due». Dice, ridendo, che l’Italia «non è un Paese del Terzo Mondo», si sorprende che a quegli stessi clandestini che temiamo siano affidate le chiavi di casa, o dell’ufficio (delle banche!) perché possano fare le pulizie, la mattina presto. Quando arriviamo alla sede della nostra conferenza, Pap ricorda di essere arrivato a Riccione (ma assicura, scherzando: «non sono diventato comunista per quello») e di essere stato portato più volte in commissariato, a Rimini, proprio nel portone dall’altra parte della strada. Era clandestino: gli avevano consigliato di atterrare a Roma e di prendere un taxi per Rimini. Pap racconta divertito, ma c’è un’ombra di amarezza, da qualche parte. Oggi è italiano e ne è fiero. E legge le cose con occhi attenti e rigorosi. Non buonisti o accondiscendenti. No. Capaci di distinguere, di analizzare. Vorrei che fossero quelli di tutti.

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