Le primarie non sono un obbligo, nemmeno quelle per le cariche monocratiche. Nemmeno i congressi lo sono, del resto. Leggiamo dal testo che Bersani presentò a luglio: «La sovranità appartiene agli iscritti, che la condividono con gli elettori nelle occasioni regolate dallo statuto. Agli iscritti sono riconosciuti diritti fondamentali come la partecipazione alle decisioni ai vari livelli (anche attraverso referendum) e l’elezione degli organismi dirigenti. Il Pd coinvolge gli elettori, attraverso le primarie, per selezionare le candidature alle cariche elettive con particolare riferimento alle elezioni in cui non sia presente il voto di preferenza». Chissà che ne penserà Bindi, a proposito del rischio di «snaturare il Pd».
P.S.: come si può notare, il dissenso è stato espresso da un’esponente della maggioranza e non dai ‘giacobini’ sconfitti al Congresso. Così, per chiarire.

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