Il fondo di Marco Travaglio, oggi, è durissimo nei confronti del Pd.
Chissà che aspettano i diversamente concordi del Pd per urlare alto e forte chi è Silvio Berlusconi. Forse
aspettano che li faccia arrestare a uno a uno, modello Putin o Lukashenko. Fino a quel momento, dialogo e prudenza. Si pensava, anni fa, che bastasse la Telekom Serbia, quando il Pdl costruì una
commissione parlamentare per fabbricare a tavolino tangenti immaginarie da Milosevic a Prodi, Fassino e Dini
sui leggendari conti Mortadella, Cigogna e Ranocchio. Niente da fare: dialogo e prudenza. Ora si scopre che
Berlusconi ricevette in dono per Natale 2005 l’intercettazione segretata Fassino-Consorte (“A bb i a m o
una banca?”) e una settimana dopo il suo Giornale la sbattè in prima pagina avviando la campagna elettorale.
Non male per l’ometto di Stato che tuona da 15 anni contro le fughe di notizie, brandisce la privacy e il
“segreto istruttorio”, vuole abolire le intercettazioni (tranne quelle degli altri). Basterà a far insorgere i
diversamente concordi? Ma no che non basta. Al loro posto i berluscones avrebbero già tirato giù il governo,
l’Ue, e forse anche l’Onu. Invece, dal fronte pidino, è tutto un pigolare distinguo fra se, ma, però, magari, forse, avrebbe, eventualmente, se fosse confermato… Dialogo e prudenza. La scena ricorda quella del rag. Ugo Fantozzi pestato a sangue da una gang di teppisti che sventrano pure la Bianchina e, fra un ceffone e una testata, prima di perdere i sensi esala: «Badi, signore, che se osa alzare la voce con me…». Ogni giorno la cronaca sforna tre-quattro assist, a beneficio di un’eventuale opposizione: tutte palle alzate in attesa di qualcuno addetto alla schiacciata. Impresa titanica per il Pd, notoriamente acronimo di Per Disperazione.

In effetti, l’Abbiamounabancagate mi pareva clamoroso. Prosegue Travaglio:
Ieri il Corriere pubblicava un commento di Salvatore Bragantini sulla mega-fideiussione prossimamente emessa da Intesa Sanpaolo per garantire il debito di Berlusconi & Fininvest verso De Benedetti per avergli fregato la Mondadori con una sentenza comprata da Previti (una cosina da 750 milioni): «Immaginiamo se Obama convocasse a Washington il gotha bancario Usa per garantire un suo debito personale: non sarebbe concepibile». […] Sempre ieri La Stampa raccontava come Previti abbia appena staccato un assegno da 17 milioni per evitare un processo per riciclaggio e chiudere il contenzioso con la stessa Intesa Sanpaolo, proprietaria dell’Imi a suo tempo derubata di 1000 miliardi di lire dalla famiglia Rovelli grazie a un’altra sentenza comprata dalla premiata ditta Previti & C. Naturalmente i 17 milioni, secondo La Stampa, han fatto il giro del mondo fra le Bahamas e il Liechtenstein, nella migliore tradizione del nostro centrodestra off shore.
In effetti, anche i 17 milioni di euro di Previti mi parevano clamorosi. Come mi sono parse clamorose le dichiarazioni di B a Bonn. E, per dirla tutta, mi pare clamoroso l’accordo Lombardo-Lupo-Micciché in Sicilia, orchestrato, pare, direttamente da D’Alema (il patto dell’orata, così lo chiamano i giornali). Come si è chiesta Rita Borsellino: «Come si può pensare di allearsi con Micciché e Dell’Utri, dopo tutto quello che hanno detto sui collaboratori di giustizia?». Proprio ora, proprio in Sicilia? “Appoggio esterno” ai tempi del “concorso esterno”? Ezio Mauro sulla prima pagina di Repubblica parla di «stato d’eccezione». Il Pd che cosa fa? La domanda è legittima. Perché «i problemi suoi», ha ragione Bersani, «non sono i problemi nostri», quelli di cui dovremmo parlare, ma credo che una cosa sia sempre più chiara a tutti, da Fini andando a sinistra: il problema è B. Possiamo anche far finta che non sia così, ma ogni giorno ci sono mille cose che ce lo ricordano.

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