Lo avevo detto che Pane e tempesta di Stefano Benni era un capolavoro. Leggete qui, parola del sindaco di Montelfo:
«Lo so, un tempo eravamo diversi. Ma anche il mondo era diverso. Quindi abbiamo dovuto essere diversamente diversi. Ascoltatemi. La destra ha voluto questo paese più ignorante, più irresponsabile, più corrotto, più culturalmente misero. Ebbene, la sinistra ha risposto con una mossa concreta. Ha tolto a voi, a tutti, la vergogna di essere ignoranti, irresponsabili, corrotti e culturalmente miseri. Vi ha spiegato che potete essere proprio come loro. Potete vedere le loro stesse trasmissioni televisive, parteciparvi, non leggere, non istruirvi, prendere tangenti, restare al vostro posto quando siete inquisiti. Potete essere, quando arrivate al potere, forti coi deboli e deboli coi pettoruti. Perché, a differenza di loro, voi sapete cosa siete e quindi potete tornare indietro quando volete. Perché il vostro ordine non è il loro, anche se usate le stesse ruspe, la stessa polizia, gli stessi pregiudizi. Quindi, votateci!».
Per tutto il resto, indimenticabile il tressette virtuale, il raduno dei cervelli del Bar Sport, la gara dei racconti che si susseguono, incatenati (memorabili il trisogno, le galline cannibali e il duello tra Sofronia e Rasputin) e il trattato di sociobarologia, che tratta di «storia e metamorfosi del bar», con l’antica sapienza benniana. Quasi quasi ne facciamo una lettura collettiva, che ne dite?

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