Carlo (nel senso di Porcari), in quanto sostenitore di Letta 2007, è sostenitore di Bersani 2009. A Pavia ha vinto Franceschini, ma Carlo è uno che non si dà per vinto. Per la preparazione e la compilazione delle liste alle primarie, si è inventato un sistema di grande interesse per le vicende del Pd, soprattutto per quanto riguarda l’odiato Porcellum. Il comitato provinciale istruisce la ‘pratica’: prepara una lista di nomi (indicando quindi alcune priorità) e la sottopone all’assemblea. Accanto ad ogni nome c’è un quadratino, in cui si può mettere il numero che fa riferimento all’ordine di preferenza che l’iscritto intende indicare. Si chiama “voto singolo trasferibile” e il primo a parlarne, mutuandolo da sistemi anglosassoni, è stato il prof. Piero Ignazi. Se non si associa il numero a nessun candidato, l’ordine rimane quello proposto dal gruppo dirigente. Se invece si interviene l’ordine di lista può essere modificato sostanzialmente. Immaginiamo di farlo con gli attaccanti della Juventus. L”allenatore’ propone un ordine di questo tipo:
[ ] Del Piero
[ ] Diego
[ ] Trezeguet
[ ] Camoranesi
[ ] Amauri
[ ] Giovinco
[ ] Iaquinta
Il ‘tifoso’ che avesse un debole per Amauri, potrebbe associargli il numero 1. Per poi ‘premiare’ Giovinco e Camoranesi, ad esempio, con i numeri 2 e 3. Se non aggiungesse altre indicazioni, a Del Piero (primo nella lista di partenza) sarebbe associato il numero 4, a Diego il 5, a Trezeguet il 6 e a Iaquinta il 7 (spero che nessuno voglia votarlo, quest’ultimo). I primi scivolerebbero nella lista, grazie all’indicazione di voto dei tifosi. Coinvolgendo tutta la ‘curva’ si avrebbe così un quadro complessivo delle preferenze espresse nei confronti di ciascun candidato, con il risultato di indirizzare sensibilmente la proposta uscita dallo spogliatoio. Un sistema chiuso, ma comunque molto più aperto di quello attualmente in uso, quello delle liste bloccate, dove i primi sono inamovibili e sicuramente eletti. Bravo, Carlo, il modello anglo-pavese non è male e può essere usato anche per le priorità del programma, in quelle famose doparie (le primarie sulle ‘cose’) di cui parla Raffaele Calabretta.
P.S.: ai polemici a senso unico che stanno ammorbando il nostro infinito (eppure prevedibile) dibattito congressuale, segnalo che se le proposte intelligenti vengono da altri, mi precipito a segnalarle, a prescindere dalle mozioni.

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