Dopo i discorsi sul metodo sviluppati nel corso della tre giorni di un mese fa, di cui si è discusso ieri, a Roma, presso la sede di via S. Andrea delle Fratte (e delle Targhe: le hanno cambiate di nuovo…), i Piombini democratici (in breve: Pd) lanciano il prossimo appuntamento: il 27 giugno ci vedremo al Lingotto di Torino – proprio là dove tutta questa storia ha avuto inizio – per una grande assemblea democratica nella quale si discutano le modalità del Congresso prossimo venturo. Una sorta di piccolo «congresso per il Congresso», insomma, strutturato attraverso una call for papers, per discutere di come vogliamo interpretare la prossima stagione del Pd, quali strumenti vogliamo adottare, quali regole vogliamo darci perché il Congresso diventi, attraverso la partecipazione di tutti i suoi iscritti e dei cittadini che vorranno prendervi parte, un grande momento politico e culturale, una grande occasione per costruire finalmente il Pd (dal punto di vista organizzativo, prima di tutto). Un modo per rendere il Congresso straordinario, rivoluzionario e fondativo. Una discussione che parte fin d’ora, attraverso il coinvolgimento dei circoli e dei singoli democratici che vorranno inviare il loro contributo (a questo proposito, è il caso di utilizzare la casella dei Piombini: [email protected]). Una discussione che al Lingotto non sarà riservata ai giovani con tre ‘g’, né concepita in termini correntizi (anzi), ma sarà articolata attraverso il confronto con chi vorrà (se loro si scelgono i successori, insomma, noi ci scegliamo i predecessori, come voleva Borges). Il Lingotto, quindi, non come luogo in cui (semplicemente) ritornare, ma come termine da cui ripartire, cercando di non sbagliare strada direttamente all’uscita, com’è successo la prima volta. Perché lì, sulla destra, in via Nizza, c’è un tunnel da non prendere…

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