Ieri sera, chez Mollica, avremmo dovuto parlare della politica e dell’amore ai tempi di Facebook ed è finita che abbiamo parlato del Pd e della questione identitaria che lo attanaglia. Tutto giusto e tutto corretto: non dimentichiamoci, però, che l’identità è per sua natura mutevole e cambia costantemente. E non è solo questione di appellarsi a identità passate per dare risposte al presente e magari al futuro (se si riesce): continuare ad evocare le tradizioni del Novecento senza considerare la loro evoluzione storica, è perfettamente sbagliato. Segnalo, per l’ennesima volta, che il mondo è cambiato parecchio e la politica italiana molto, troppo poco. Che le domande della contemporaneità (leggete Agamben, Nudità, Nottetempo, appena pubblicato) sono cambiate. Lo ha capito Obama, forse può capirlo anche il Pd. C’è la sfida della società multiculturale (che vent’anni fa non c’era), c’è la sfida dell’ambiente, profondamente rinnovata, c’è la sfida del lavoro che è radicalmente cambiato rispetto ai modelli aviti. Tu chiamala, se vuoi, globalizzazione: quella parola e quel concetto che tiene insieme tutto quello che stiamo dicendo. Più passa il tempo e più mi convinco che è in questo contesto che va inserita anche la questione della collocazione europea, altrimenti un po’ stucchevole. A proposito, Fassino dice oggi (lo trovate sulla Stampa) che «abbiamo avviato con i socialisti europei un confronto sul percorso con cui costruire a Strasburgo un gruppo nel quale siedano insieme gli eletti socialisti e gli eletti del Pd». «Abbiamo avviato il percorso»: forse per le prossime europee, quelle del 2014, il busillis sarà affrontato e risolto. Chissà se i socialisti saranno ancora così (e se ci sarà ancora il Pd, soprattutto). P.S.: mentre è ancora in dubbio la collocazione europea, pare che qualcuno sollevi anche il problema della collocazione italiana. E’ sempre la Stampa a titolare: «Casini spera in Bersani per attirare i cattolici Pd». Nell’articolo si parla di Letta e Rutelli, reduci da quel convegno di Todi in cui si mostrarono parecchio interessati ai disegni di Casini e soci. Che ne dite di una bella operazione sincerità?

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