Un collega di Varese, particolarmente sensibile, mi segnala che su Panorama (pp. 50-51) un’inchiesta ci informa che molti parlamentari del Pd non versano la quota stabilita al partito. Lo trovo vergognoso. Semplicemente vergognoso. Quando sono stato candidato alle Politiche dello scorso anno (ero 17esimo nella lista del Pd nel collegio di Lombardia 1), mi chiesero di sottoscrivere un impegno a versare preventivamente 50.000 euro nel caso fossi stato eletto e a contribuire, periodicamente, per sostenere il partito nel corso della legislatura. Lo trovavo ovvio. Un parlamentare alla terza legislatura (ora alla quarta) diede i numeri e urlò per tutto il pomeriggio che lui, i 50.000, proprio non li voleva versare. Lo stesso accade ora: c’è chi ha cause in corso (e che cavolo c’entra?), chi ha speso tanto in campagna elettorale (cavoli suoi), chi parla di libertà di coscienza (anche per il finanziamento al partito?!). E poi c’è ancora qualcuno che si chiede perché il Pd non funzioni e perché gli elettori siano in fuga. Questa è difficile, Gerry. P.S.: chi non versa il proprio contributo, si dimetta, perché l’età dei cialtroni è finita. Questo dovrebbe dire Franceschini. Subito.

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