Dario Franceschini convoca l’assemblea nazionale dei Circoli del Pd. Si terrà il 21 marzo a Roma. Scrive il segretario che «non è il momento della delusione, del disamore e dell’astensionismo». Siamo, credo, tutti d’accordo, ma siamo anche consapevoli che è proprio dal punto di vista politico e organizzativo che ci sia più da lavorare (e più grandi siano le responsabilità della dirigenza nazionale, che ha fatto poco e male). Qualche mese fa, in tempi non sospetti, proponemmo di promuovere le buone pratiche dei circoli (attraverso questo piccolo spazio web, che poi si è fermato) e di dare voce alle singole realtà diffuse in tutto il Paese (trovate qui il senso di quel progetto). Credo che questo confronto tra i circoli vada promosso, che altre soluzioni possano essere adottate. A cominciare da un numero verde per i circoli, dalla possibilità di avere un riferimento nazionale sempre attivo (non chiamiamolo loft, però, perché è stato un flop), di poter “risolvere i problemi”, di avere risorse e strumenti per operare. Tutte cose semplici, quasi banali, che in questi mesi non abbiamo visto. C’è anche una questione economica, di fondo: si era detto che il Pd sarebbe stato un partito federale, nel senso di quel federalismo fiscale di cui spesso parliamo. Le risorse a livello locale, per campagne sul territorio e per una diffusione capillare del nostro messaggio. Spero che tutti si ricordino di quella promessa. Oltre a ciò, non sarebbe male immaginare di ricorrere a forme di consultazione degli iscritti: tu chiamale, se vuoi, doparie (o referendum, così come previsto dall’articolo 28 dello Statuto del Pd). Di tutte queste cose e di altro ancora vorrei discutere con voi, per poi incaricare l’agente Oleg Curci, coordinatore del circolo Pd degli operatori della Sanità della Provincia di Genova (per me e per voi soltanto Oleg), di portare a Roma queste idee, queste proposte e questi suggerimenti.

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