Tanta attenzione dei media, tanti interrogativi, tante dichiarazioni su Civati, dal «chi cazzo è?» al «è l’Obama della Brianza». Voi non lo conoscete, il Civati, con l’articolo, come si usa a Milano. Il Civati trova tutto quello che sta capitando molto curioso e suggestivo, ma sa benissimo che tra qualche giorno questa bella "bolla" mediatica finirà e che si tornerà al tran tran quotidiano. Il Civati ha cinquecento amici in più su Fb e cinquecentomila nemici in più nella realtà. Ha raccolto sostegno e affetto, ma soprattutto invidie e maldicenze, in queste ore. I suoi amici politici si sono volatilizzati e cercano solo di capire dove vorrà andare, perché magari, in quel posto, ci volevano andare loro. La risposta è semplice: va in commissione Ambiente della Regione Lombardia, poi si occuperà di urbanistica e di sicurezza e di tanto altro ancora, come ogni altro giorno dell’anno. Non è una captatio benevolentiae: è semplicemente la realtà delle cose. Ad altri lascia i voli pindarici e, come il Socrate di Aristofane, aerostatizza. Cercando di mettere una proposta dietro l’altra, di lavorare sui contenuti, di pensare al proprio lavoro. E di ritornare alla prima persona, nel senso singolare e – soprattutto – plurale del termine.

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