Mentre Berlusconi oscura Cappellacci con le sue barzellette e i suoi attacchi volgari, la campagna di Soru ha un altissimo profilo programmatico. Con qualche sorpresa, in positivo. Fa un certo effetto seguire il discorso di Soru a Carbonia, perché proprio lì Soru ha deciso di parlare di fonti rinnovabili e della sua sfida ambientale, per uno sviluppo sostenibile della sua regione. È bene precisare che Soru non promette, tutt’al più rilancia, perché ogni cosa che dice è stata al centro del suo lavoro di presidente in questi anni. E Soru ricorda con orgoglio il piano paesaggistico e il piano di assetto idrogeologico finalmente approvati. E i risultati di una politica dei rifiuti efficiente, grazie alla quale la Sardegna in pochi anni è passata, per quanto riguarda la raccolta differenziata, dal 5% per cento del 2004 al 40% del 2009. Obiettivo del 2013: 65%. Soru ha un sogno: quello di fare meglio di qualsiasi regione d’Italia. Nella tutela dell’ambiente c’è la garanzia di stare meglio, e occasioni di lavoro, ricorda il presidente. E richiama il piano energetico: no al nucleare, all’insegna di «storie che appartengono al passato», dice Soru. Energia rinnovabile: da qui al 2013, produrre il 40% di quello che consumiamo con l’energia pulita.  Sette anni prima del 20-20-20 europeo. Imbriglieremo il vento e il sole, ha detto Obama, nel giorno dell’inaugurazione. E Soru intende imbrigliarlo anche con le regole e con la programmazione. Tutta l’energia della Pubblica Amministrazione deve essere autoprodotta. E lo stesso deve accadere per il sistema idrico. «Tutto dipenderà dal vento e dai nostri investimenti»: dalla natura, potremmo dire, e dalla nostra capacità di valorizzarla. Per la competitività e per l’occupazione, soprattutto. E ciò non riguarda solo i grandi gruppi, ma tutto il comparto industriale, perché si tratta di un vantaggio da estendere ai piccoli nuclei e ai piccoli siti industriali. Oltre al vento, ovviamente, in Sardegna, c’è il sole: e sta per nascere la prima fabbrica per la produzione di pannelli fotovoltaici, sostenuta dalla Regione. È una visione coerente, quella di Soru, per far fare il salto della rana alla sua regione, per dare un segnale di cambiamento (di più, una vera e propria inversione di rotta) ad un paese che ha sempre investito poco e male per l’ambiente. Non si tratta soltanto di difendere il territorio, ma di promuoverlo; non soltanto di tutelare l’ambiente, ma di farlo entrare a pieno titolo nella proposta politica di una regione che deve fare passi da gigante se vuole recuperare l’arretratezza del suo sistema energetico. E competere. Più o meno quello che dovrebbe fare l’Italia, nel suo complesso. Pensando a Obama, pensando a Soru.

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