I nomi sono conseguenza delle cose: chiamarsi Ponti, come il nostro candidato alla presidenza della Provincia, allora, può suscitare qualche interesse. Nella lezione di Alexander Langer sono beatificati i costruttori di ponti, coloro che si dimostrano capaci di saltare i muri, di esplorare i confini e le frontiere. I Grenzgänger, cari a Langer, sono proprio coloro che si muovono lungo i confini. Chiaro il riferimento alla convivenza, all’apertura e all’inclusione. In politichese, l’espressione fa pensare al superamento dei due blocchi, e alla possibilità che ci si possa muovere tra le linee, estendendo al propria area di interlocuzione e di consenso. E c’è un verbo tedesco, überbrücken, che non a caso significa gettare un ponte, ma anche superare, ad esempio, i contrasti, le divisioni. Per un candidato che è certamente rappresentativo della cultura politica riformista del centrosinistra, che ha sposato il progetto del Pd fin dalle sue prime mosse e che però non ha rinunciato a immaginare percorsi originali a livello locale, è sicuramente una bella immagine. Così come è importante ricordare che i ponti sono soprattutto utili quando si tratta di costruire una nuova istituzione, che avrà inevitabilmente un tratto costituente. Ciò significa superare anche le divisioni territoriali all’interno della Brianza, attraverso il dialogo con le comunità e con i territori. La Brianza essendo longitudinale e attraversata dai fiumi, per sua natura bisognosa di collegamenti (finora mancati). E per farlo, è necessario essere rappresentativi nel senso più largo (e istituzionale) del termine. Monza stessa, del resto, è nata intorno al ponte, quello che oggi porta il nome di Ponte dei Leoni. E, a proposito di Ponti, è il caso di ricordarlo. I Ponti servono. Anche a colmare la distanza, anche a superare l’avversario. Questa è l’idea, almeno.

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