Sono i sogni di suo padre ad avere costruito questo Barack Obama, la sua visione del mondo, la storia epica che ha voluto interpretare a sua volta, e che per prima ha voluto raccontare. Ed è lì che nasce gran parte del fenomeno Obama, le sue idealità, il suo slancio umano, una storia personale che è già di per sé un programma politico. C’è, però, una parte altrettanto importante della vita del nuovo presidente, che ne ha completato e realizzato la figura. Ed è quella storia d’amore che è diventata un matrimonio e una famiglia e una sfida, e che è perfettamente rappresentata da Michelle. Marilisa Palumbo ha scritto un bel libro, edito da Castelvecchi, lontano mille miglia dal gossip e dal compiacimento biografico per la coolness del personaggio, che ne sa leggere i tratti personali senza perdere di vista la valenza politica e il ruolo che Michelle ha giocato nell’immaginario obamiano. Yes she can è il titolo (che poteva essere migliore) di una storia che molte donne leggeranno e che molti uomini dovrebbero indagare. C’è una curiosità: Michelle Obama da nubile si chiamava Robinson. Ed è nella serie televisiva che noi conosciamo con questo cognome (ma che negli States era The Cosby Show), che si spiega uno dei fenomeni più caratteristici della vicenda personale di Obama. Perché la storia di Michelle e di Barack è la storia di una famiglia nera borghese, nella quale le carriere di ognuno si sono costruite nella condivisione e nel confronto e che ha ancora, nelle bambine e nella loro educazione, il punto centrale. E, in questa storia, senza dubbio è Michelle a troneggiare. La roccia della mia vita, la chiama Obama, la persona a cui è approdato dopo un lungo viaggio, attraverso la propria vicenda personale – in cui c’erano tante famiglie e, nello stesso tempo, nessuna -, la ricerca di sé e di un’identità incerta o, come ama chiamarla, improbabile. Una storia che ha offerto un’immagine degli afro-americani diversa eppure credibile, proprio come in quella serie tv che ruppe lo ‘schema’ e che cambiò la percezione degli altri anche per molti americani. Sono stati la concretezza, la normalità e il carattere pragmatico e semplice di Michelle ad avere stemperato il perfezionismo stilistico del marito, ad averlo avvicinato a un pubblico e a un elettorato che l’avrebbe vissuto comunque come estraneo. Ma sono stati anche i suoi sogni a indicare la via, quelli di una madre di famiglia che ha fatto studi di grande qualità, che ha spesso guadagnato più del marito e che si è innamorata di lui per gli stessi motivi per cui lo hanno fatto in molti, negli anni successivi. Si amano, sono sposati, e sono insieme, tutte cose solo apparentemente fuori moda. Alla Casa Bianca, d’ora in poi, ci sarà un’altra W. Quella di wife.

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