In attesa che a Roma dicano e facciano qualcosa, e prima di annunciare quell’iniziativa politica che in tanti ci chiedono (e che è quasi pronta), penso che si debba fare qualcosa sul territorio, molto evocato e poco praticato dai nostri dirigenti nazionali. Per questo chiedo che in Brianza si voglia dare un segnale di presenza e di iniziativa politica. E mi rivolgo al segretario ‘locale’, perché il Pd organizzi, all’inizio di gennaio, un’assemblea dei circoli, e poi intervenga con chiarezza e visibilità sulle questioni decisive che ci riguardano, a cominciare dall’economia (la crisi e quel ‘niente’ che fa il governo), dalla mobilità e dalle infrastrutture, dall’ambiente e del lavoro, che sta diventando una vera emergenza, anche nell’operosa Brianza. E se non arrivano i volantini e le informazioni, facciamo da soli, perché quello che imbarazza ancora di più della questione morale, come spiegava bene Luca ieri, è fare le cose male, o addirittura non farle. Coinvolgere i circoli nella costruzione del partito è fondamentale, perciò, ma, per quanto riguarda il Pd sotto il profilo politico, direi che il quadro è chiaro, e che l’analisi è impietosa. La soluzione la troveremo soltanto nella società e se riusciremo a fare, presto e bene, un lavoro politico. I famosi fondamentali, di cui ci siamo curiosamente dimenticati. Senza aspettare che ce lo dica qualcuno, ma facendo noi il primo passo. P.S.: quelli di Cavriago esagerano, ma hanno ragione. I livelli locali devono pretendere un diverso rapporto con Roma, maggiore autonomia e maggiore ascolto insieme. Soprattutto quando si parla di linea politica, di risorse e di candidature. Del resto, il Pd lo abbiamo fatto soprattutto per questo, no? Per cambiare la politica, giusto? Ecco, è tempo di farlo.

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