Ho deciso che La storia di un matrimonio di Andrew Sean Greer (Adelphi) è il libro dell’inverno. Perché è un libro struggente, perché c’è la guerra sullo sfondo, perché si parla della bellezza e dell’amore. E si parla soprattutto della persona che si ama, uno degli argomenti preferiti e nello stesso tempo più ‘compicati’, credo, per tutti (un ottimo regalo, insomma, per coppie o “aspiranti tali”). Parallelamente, vale la pena di ‘recuperare’, in occasione dell’uscita del film, Revolutionary Road di Richard Yates, Minimum Fax. Di 1933, di Fante e del sogno americano ho già detto. Cambiando genere, Un po’ più in là sulla destra di Fred Vargas (è un giallo, non un sondaggio, verrebbe da dire) è una lettura piacevole e rientra a pieno titolo nella collana “regali infallibili”. Se volete qualcosa di ‘saggio’, non potete perdere Lo statista, il libro che Massimo Giannini dedica a B (Baldini Castoldi Dalai è l’editore), interessante soprattutto per le riflessioni sul sistema dell’informazione. E poi Sellerio ripubblica Calamandrei che era talmente bravo da preconizzare il pericolo Gelmini (scherzo, ma solo fino ad un certo punto), e c’è anche Enzo Bianchi e il suo Il pane di ieri, ottimo per la ‘zia’ e per il lettore nostalgico e un po’ agé, ma ricco di suggestioni per tutti, soprattutto quando riprende e rilancia alcune famose pagine di Bobbio. Infine, alla fine del mondo, c’è anche la possibilità di sognare, acquistando l’ottimo Aime e il racconto del suo viaggio e del suo soggiorno antropologico a Timbuctù, al di là del Niger, del deserto e di noi stessi. Il prossimo libro? Per me sarà Alice Munro, consigliabilissima, come sempre.

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