Riprendo, a grande richiesta (si fa per dire), un mio commento di qualche minuto fa.

E’ così difficile immaginare che fin dalle prossime amministrative e dalle prossime liste si facciano investimenti chiari, candidando figure qualificate, al di sopra di ogni sospetto, culturalmente e politicamente innovative, che rappresentino al meglio la sfida riformista, di progresso, del Pd. Che il partito sia naturalmente alternativo alla destra di governo (?), esemplare nei metodi e nei contenuti. Che non si continuino a ripetere gli stessi errori, che una persona che è stato sindaco e presidente di Regione per vent’anni possa anche evitare di andare in Europa, che si dia visibilità e credito a figure nuove, all’insegna della preparazione, della qualità, del merito e del tempo dedicato alla ‘fanga’, per dirla con Zoro (al lavoro politico, cioè, quotidiano). Che si dia un profilo esemplare a questo partito, autonomo e federale, in cui i territori promuovano i propri uomini e le proprie donne migliori. Che si parli di cose da fare, e non delle menatine tipo Ale & Franz dei nostri leader, che si promuovano campagne per l’economia, per l’ambiente, per l’integrazione, per i diritti. Che si torni allo spirito della campagna elettorale, dimenticandoci questi mesi stupidi, autodistruttivi, depressivi e deprimenti. Che si parli di Europa, e non di gruppi parlamentari. Che ci si chieda, banalmente, che cosa vuole il popolo del Pd, senza farla troppo lunga, perché è abbastanza evidente, da Sondrio a Maglie, da Pordenone a Cefalù. E’ così difficile?

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