Come l’anno scorso, e quello prima ancora, rilancio la mia personalissima campagna contro i bigliettini natalizi inviati dai politici e dai dirigenti della pubblica amministrazione. Sono pensieri gentili, a volte addirittura dolci, impreziositi da decorazioni ricchissime e da sofisticate citazioni, ma sono tutti a carico dei contribuenti. E costituiscono una voce di spesa di cui si può fare tranquillamente a meno. Così come si può evitare quello scambio di agende, agendine e agenducce tra consiglieri e parlamentari, consiglieri di amministrazione e amministratori delegati di aziende e di consorzi e presidenti di fondazioni: tutte di ottima ‘fattura’, le agende, in tutti i sensi. Ci proviamo? Ce la possiamo fare, questa volta, ai tempi della crisi?

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