Black president, il viso di Obama su una t-shirt al Bla-Bla dice molto, dell’attesa e di quello che potrebbe succedere nel mondo, e forse succederà. In verità ci si sente noi fuori dal mondo, mentre Daniel ci racconta dei progetti di cooperazione a cui abbiamo partecipato e che domani visiteremo. Ci si sente noi fuori dal mondo, in una città in cui non ci sono occidentali, e gli stranieri, facilmente riconoscibili, siamo noi. Ci si sente noi fuori dal mondo, leggendo dei Bozo, dei Dogon e dei Bobo, nonché dei misteriosi Tellem, che letteralmente sarebbero "quelli che c’erano prima di noi" (ogni riferimento ai "leader del passato che non passa" è puramente casuale…). Forse la popolazione del Mali (una sorta di Africa per sineddoche) sarà quella che lo dirà di noi e del nostro mondo, che tramonta e che si angoscia per nulla. Forse un giorno cambierà, e Obama non sarà più l’eccezione, e il mondo sarà più giusto. Per ora non è così e si respira ovunque una dignitosa e solare miseria, al di qua di ogni fascinazione e suggestione. Il viaggio è iniziato. In diablogo con Mattia, per capire qualcosa di più, soprattutto su di noi.

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