Leggete Repubblica, su R2 troverete una bella riflessione di Tito Boeri e Ettore Livini sul ricambio generazionale. Per esperienza vi posso dire che l’unico ricambio generazionale ammesso nella politica di questo povero Paese è quello della cooptazione, del conformismo e della scelta da parte del predecessore. Change? Mai o quasi mai. L’ho provato personalmente e posso dirlo con serenità: quando divenni a 22 anni segretario dei Ds della mia città, andò così. Poi le cose cambiarono, perché mi stavano strette. Entrai in Consiglio regionale sulla base di qualche calcolo sbagliato, da parte di alcuni, e della speranza sincera di portare qualcosa (e qualcuno) di ‘nuovo’, da parte di altri. E decisi – nonostante i calorosi consigli dei miei superiori mi invitassero a “stare coperto” e “in linea” – che il mio pensiero valeva più del ‘prossimo’ posto da occupare. Da allora iniziarono i ‘guai’, soprattutto in occasione della scelta di una sorta di appeasement nei confronti di Formigoni (che trovavo sbagliata: ora lo dicono tutti, fortunatamente) e nella fase (assurda) della compilazione delle liste delle elezioni politiche del 2006, quando mi dimisi da tutti gli incarichi, proprio perché vedevo cose che voi umani potete soltanto immaginare. Non fu una scelta coraggiosa: fu una scelta, per me e per come sono fatto, semplicemente obbligata. Nel 2008 chiesi che si facessero le primarie, mi fu risposto che c’era poco tempo, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E non lo dico per il mio caso personale, che mi sono divertito a fare il diciassettesimo in lista, e a candidarmi ad essere tra i primi (dei non eletti). Penso alle tante competenze non considerate, alle tante energie rinviate alla prossima volta. Tu chiamala, se vuoi, cooptazione. Nulla più. Boeri dice che ci vuole un mercato più aperto, per la scelta degli uomini politici. Purtroppo, nella prima occasione utile, il Pd non ha mostrato alcuna discontinuità rispetto al passato. E il fatto che il confronto sia ancora tra D’Alema e Veltroni, esattamente quello di quando facevo gli esami della maturità, la dice lunga, lunghissima sul ricambio: Change? Non mi pare.

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