Come ha già notato Mollica (orfano dei sondaggi americani, si è subito buttato sul Trentino), Dellai ha vinto bene. E anche il Pd non ha fatto scherzi, con l’ottimo Pacher che ha raccolto una landslide di preferenze (da quelle parti meglio evitare il ricorso al termine valanga, però). Noto en passant che lì si possono esprimere fino a tre preferenze. Detto questo, tutti a parlare dell’alleanza con l’Udc, la cui lista (tra l’altro) non era presente nel confronto elettorale, perché bocciata in prima battuta, poi riammessa dal Tar, poi ribocciata dal Consiglio di Stato. Nonostante l’imponderabilità del dato elettorale, l’Udc, proclamano a Roma, è l’unico modo per vincere a livello nazionale. Sono senza parole. Intanto, perché credo che la vera ragione della vittoria di Dellai consista proprio nella difesa dell’autonomia da Roma e dalla politica nazionale. In secondo luogo, perché non si sa nemmeno quanto valga l’Udc, e già si usa tutta l’enfasi possibile e immaginabile. E poi – da ultimo, ma per primo – hanno mai pensato i nostri dirigenti nazionali di discuterne con qualcuno? Non era, il nostro, un partito democratico, in cui le scelte di orientamento politico fondamentale andavano discusse dalla base, con il coinvolgimento degli iscritti, con il dibattito e il confronto? Boh.

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