Ho seguito il corteo degli studenti, dalla facoltà di Scienze politiche a piazza Lima. Con Carlo Monguzzi abbiamo deciso di fare un salto, attraverso le strade di Milano, per capire come sono organizzati, quali parole d’ordine abbiano fatto proprie, quali gruppi rappresentino. I partiti devono stare fuori dal movimento, e su questo non ci piove (mentre a Milano, purtroppo, sì), ma la politica deve dimostrare attenzione e rispetto. Abbiamo parlato con un portavoce dei ragazzi, che ci ha rassicurato rispetto alla serenità della grande manifestazione di domani, segnalandoci la difficoltà di trovare interlocutori e ribadendo la necessità di una presa di posizione forte da parte della politica parlamentare. Credo che il referendum sia una strada, e che la mobilitazione debba proseguire. Il corteo di oggi era spontaneo fino alla confusione, seguiva un percorso deciso al momento, occupava pacificamente Milano (con conseguente e legittima incazzatura degli automobilisti). Il merito di questi ragazzi è quello di far sentire la loro voce, in un mondo grigio come il cielo sopra di noi, pieno di stereotipi e di luoghi comuni. E di farlo così, liberamente, senza che gliel’abbia ordinato nessuno, ma solo in ragione di una giusta protesta contro il decreto più violento contro la scuola pubblica e il sistema dell’istruzione nel nostro Paese che la storia (o, speriamo, soltanto la cronaca) abbia mai registrato.

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