Vi prego di leggere con calma e di riflettere insieme a me. Ci sto pensando da un po’, ma è solo grazie alla lettura del libro di Susan George, L’America in pugno, un testo che dovete leggere, che ho deciso di far partire il progetto Wittenberg 2.0. Si tratta di una raccolta di tesi – quando arrivo a 95, come vuole il precedente, mi interrompo – sulle questioni politiche di fondo, che mi piacerebbe condividere con voi. La forma è il post, di un blog, che assomiglia molto al concetto stesso di tesi affissa su un portone. Il precedente, è il caso di precisarlo, è richiamato in modo del tutto ironico e provocatorio. Chi volesse scorgervi messaggi particolari, può pensare ad una "lettera ai romani", e con ciò penso, chiaramente, alla politica nazionale. Il primo post-tesi è introduttivo e metodologico. Perdonerete il tono, ma la questione è seria, per non dire drammatica.

Non possiamo tollerare che il pensiero della destra, per quanto riguarda il linguaggio, il quadro culturale e l’immaginario si affermi senza che nessuno abbia nulla da ridire. E’ nei termini di una egemonia culturale – intesa in senso limpidamente gramsciano – che è il caso di costruire il nuovo partito. E, per farlo, bisogna intendersi sul tema della rincorsa: non verso i temi della destra, che ‘rincorriamo’, appunto, senza alcun discernimento; ma una rincorsa da prendere con noi stessi, per spiccare un salto più lungo. L’adesione acritica ad un modello politico e sociale, che soltanto con buona approssimazione può essere definito neoliberista (condito com’è da populismo mediatico e da una mitopoiesi del tutto demagogica), ci conduce inevitabilmente alla sconfitta. Finché la giustizia sociale sarà ritenuta una provocazione verso l’affermazione dei pochi ‘capaci’, l’ascensore sociale bloccato, la democrazia rappresentata come una macchina burocratica e inefficiente, finché lo straniero sarà tout court ritenuto criminale e pericoloso, l’ambiente una battaglia secondaria, finché i diritti civili saranno un tema d’élite, non avremo se non poche possibilità di incidere non soltanto sul consenso elettorale, ma sulle credenze e sui sistemi di riferimento che stanno alla base delle scelte politiche delle persone. E’ in un quadro di nuova cittadinanza, di ripensamento della nostra adesione al consesso civile, che un partito può costruire se stesso e lanciare una sfida vera e profonda ad un modello non solo sbagliato, ma molto pericoloso per una civile, e giusta, e serena convivenza delle persone.

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