Leggete qui. Su Facebook sto ‘indagando’ anch’io, come sapete, per scoprirne virtù e vizi e per cercare di capire, in ultima istanza, cosa cercano le persone che vi aderiscono (un’idea me la sono fatta, ma voglio approfondire ancora, perché per ora l’esito della mia ricerca non è del tutto edificante). Dell’articolo di Rocca (che riprende Andrew Sullivan), fa riflettere, soprattutto, quanto segue, che vale certamente anche per la politica nostrana (se solo qualcuno, ovviamente, intendesse finalmente darci retta):

Obama è diventato un candidato Facebook, ha scritto Andrew Sullivan, il collante di un nuovo social network politico che consente a milioni di persone di connettersi e scambiarsi informazioni con lo stesso spirito alla base del successo di Facebook e MySpace. L’idea è che la gente si fidi più degli amici che dei giornalisti, degli esperti o di altre autorità distanti che non conosce. Grazie a MyBarackObama.com ciascun seguace di Obama può creare una propria comunità tematica o locale, organizzare eventi, telefonare agli elettori indecisi del proprio rione o paese, grazie ai numeri che il quartier generale della campagna è lieto di fornire. Poi ci sono i blog, le suonerie con Obama che parla di sanità per tutti e, soprattutto, un’applicazione che non solo consente facilmente di fare le donazioni e di sottoscrivere piani di versamenti mensili, ma che rende divertente, quasi un gioco, coinvolgere gli amici nella raccolta fondi per Obama.

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