Ho spesso parlato su questo blog dello strano caso del doppino di Briosco. Un titolo (e una storia) alla Piero Chiara, nella quale un sindaco della provincia più profonda (al centro della Lombardia, neanche avessero tracciato le diagonali per individuarlo), si è confrontato con Telecom per anni per riuscire a portare l’adsl in tutte le case e le aziende del Comune da lui amministrato. La notizia è che Andrea Folco ha (quasi) vinto: quest’estate arriverà la dorsale della fibra ottica, verrà sostituita la centralina incriminata e finalmente da tutte le case di Briosco si potranno inviare le email e scaricare informazioni dal web senza dovere stare connessi per ore, ‘attaccati’ al doppino da 56k. Folco è riuscito a coinvolgere la Provincia, a discuterne con l’azienda e, dopo inenarrabili carteggi – in cui Telecom, all’inizio, rispondeva senza nemmeno indicare un numero di telefono a cui chiamare (ma si può?) -, ha vinto la sua piccola, grande battaglia. Nel Cile della Bachelet internet è diventato un diritto costituzionale. Nel programma del Pd, la banda larga è definita quale priorità irrinunciabile. La stessa Regione Lombardia, che aveva promesso accordi decisivi già nel 2005 (sì, ciao), dopo dodici anni di internet (e di Formigoni) sembra essere interessata ad affrontare il problema. Nel frattempo, a Briosco, al centro della Lombardia, un sindaco ce l’ha fatta. E ce l’ha fatta quasi da solo. Onore al merito e grazie per aver difeso un diritto così importante, per avere messo in discussione una prassi consolidata in tante zone della Lombardia (e non solo), per avere riaperto un dibattito curiosamente fermo.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti