Siamo in viaggio per Venaria e aggiorniamo il blog direttamente "sulla strada" (ontheroad ma anche online). Siccome abbiamo "poco tempo e troppa fame", come cantava De Andrè, partiamo presto e andiamo a letto tardi. Sull’A4, verso Torino, tutto fa pensare ai ritardi della politica. Le code iniziano già alle sei del mattino: alba con tir è il titolo della prima foto della giornata. Il raccordo con Malpensa (la scritta è ancora coperta, per dire) sarà inaugurato tra qualche giorno, proprio mentre imperversa la polemica sull’aeroporto varesino. Il cantiere ancora aperto della Tav, che sarà anche ad alta velocità, ma quando arriverà, ci avranno già superato quasi tutti gli altri paesi europei. Per tirarci un po’ su, procediamo sul nostro pullmino alla volta di Venaria, uno dei pochi episodi in cui la politica ha fatto la sua parte, grazie all’intuizione di alcuni (a cominciare proprio da Veltroni) e all’impegno di altri, al di là degli schieramenti e dei luoghi comuni. Torino ha la sua reggia, il suo fiore all’occhiello, e la prima mostra ospitata nei suoi saloni è dedicata alla storia dei Savoia, che non erano mica tutti come quelli contemporanei (per fortuna). Orgoglio piemontese e orgoglio nazionale: il modo migliore per incominciare a parlare di Nord, come questione appunto nazionale, non più rinviabile. Sarebbe straordinario se la politica ripartisse da Venaria, contagiando il Paese. Con Walter, si potrebbe fare. Ora dipende da voi. Dipende da noi.

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