Elenco delle cose che mi sono piaciute di Caos calmo (chi non ha visto il film non capisce perché faccio l’elenco ed è quindi pregato di recarsi con urgenza presso la prima sala disponibile della propria città). Un grande Nanni Moretti in un film nannimorettiano quasi quanto i suoi primi (le ossessioni di Bianca, La messa è finita e le sue solitudini), ma anche le parti migliori dei suoi ultimi (le scene in auto, come La stanza del figlio e il «si muore un po’ per poter vivere», come la sequenza del divorzio tra Buy e Orlando ne Il caimano) . Una trasposizione molto fedele, quanto al messaggio, quanto alle emozioni, del romanzo di Veronesi. Una grande piccola attrice come Blu Yoshimi. Le cose che non possono tornare quelle che sono state, non sono ‘reversibili’ come il titolo di questo post e della frase palindroma con cui il film si chiude. L’elaborazione del lutto che è sempre assurda, proprio come il lutto che cerca di elaborare. I brutti sogni che sono brutti proprio perché, quando li facciamo, non ci sembra di sognare. La solitudine che inquieta e che tutti cercano di interpretare e di esorcizzare e che insomma quasi nessuno capisce. L’attesa che è un tempo lungo e forse non è nemmeno un tempo (anzi, non lo è per niente, è il suo contrario). La scomparsa di Lara. L’incontro con Jolanda. Una colonna sonora pensata alla perfezione (con più di un rinvio alla playlist del romanzo). Le email della propria donna che è meglio non leggere. L’importanza di avere un fratello con cui abbiamo poco e insieme tantissimo da spartire. Il sesso che di per sé non spiega niente ma forse non è vero. La vita e la morte. Un pianto in auto. Il personale che supera il pubblico. Il caos. Calmo. Di gente che attraversa i giardini. Quelli dove a volte ci ricoveriamo. Perché non sappiamo dove altrimenti potremmo andare.

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