Cliccate qui e scoprirete che siamo in un Paese curioso (ma questo lo sapevate già). Quello che non sapevate è che il Pdci vuole andare alle elezioni subito (il fiuto di Diliberto consiglia così), però Cossutta si dissocia e sbatte la porta. Lamberto Dini, uno dei massimi pugnalatori che hanno fatto cadere il governo, ora vuole le larghe intese (preciso che l’aggettivo largo non lo riguarda: lui ha solo due senatori, che fanno un po’ quello che vogliono). Pallaro, rientrato dall’emisfero australe, preferisce rimanere in Senato. Conforta la notizia che Fuda, del Partito democratico meridionale (sic) sia a favore dell’incarico a Marini, mentre dieci senatori della nuova-vecchia-antichissima Dc e del Pri di destra sono per andare a votare. Mastella, d’altronde, è coerente (!) e rimane dell’avviso che si debba votare immantinente. Il migliore rimane sempre Turigliatto: deciderà oggi il da farsi, con comodo, riunendo la segreteria di Sinistra critica, che immaginiamo divisa in settantadue correnti, una per ciascuno dei suoi membri. Champagne.

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