Questa sera, a cena, con Carlotta e Marcello, era un po’ come una Cena delle Ceneri di bruniana memoria: allora si ragionava di una rivoluzione cosmologica (quella copernicana), questa sera si è ragionato di politica con persone che la seguono ma non la praticano, per così dire. E la loro esigenza è che ci sia un cambiamento profondo nel sistema politico e nelle modalità con cui il dibattito si svolge, all’insegna della necessità di avere di fronte protagonisti nuovi e meno legati agli schemi del recente passato. Soprattutto qualcuno che assomigli il meno possibile a Mastella, per capirci. Come scrive anche Michele in uno dei suoi commenti duri (in cui mi accusa di oscillare come un pendolo), il problema è quello di un riconoscimento degli errori e la necessità quella di una nuova partenza e di una nuova stagione. E’ questa la rivoluzione copernicana dei nostri giorni: rovesciare i luoghi comuni e andare fino in fondo nella riforma del sistema politico. Questo è il «punto dei punti», inestimabile dal punto di vista politico, ma di grande valore anche dal punto di vista elettorale. Credo che dopo aver toccato il fondo con il dibattito in Senato dell’altro ieri, si possa auspicare che la politica del Pd subisca una sorta di spinta di Archimede e che, affogato nelle paludi della peggior politica, possa saltare fuori dall’acqua con un abbrivio più forte che nei primi mesi della sua breve vita (e negli ultimi anni della storia di chi ha contribuito a fondarlo, questo nostro nuovo partito).

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