Significativo anche il dato locale. Veltroni a Monza si ‘ferma’ al 66%, con un ottimo risultato di Rosy Bindi, al 23%. Anche Letta migliora il proprio risultato nazionale, superando l’11 per cento. Per quanto riguarda le liste, vince l’altra lista per Veltroni, con il 35%, mentre i Democratici lombardi per Veltroni si attestano al 30%. Risultato rovesciato per le liste regionali, dove la ‘nostra’ lista stravince, doppiando l’altra lista per Veltroni. Una discrasia spiegabile con l’ottima visibilità della lista della sinistra sulla scheda nazionale (era la prima per Veltroni), e con l’assenza nel simbolo regionale del nome del candidato segretario nazionale. Un dato insomma più tecnico che politico, che però non voglio banalizzare. La lista della sinistra, composta in gran parte da esponenti Ds molto tiepidi nei confronti del Pd e che al congresso avevano votato per Angius o addirittura per Mussi, si afferma largamente a San Rocco (grazie a Zonca), e nelle zone di Cederna e S. Albino, grazie al lavoro dei consiglieri Marrazzo e Bubba (che, ironia della sorte, sono penalizzati nella lista regionale di cui fanno parte, dove raccolgono molto poco). Le due liste per Veltroni avranno lo stesso numero di delegati nazionali (con me ci sarà Donatella Paciello), mentre all’assemblea regionale andranno 5 democratici lombardi e 2 esponenti dell’altra lista. A Vimercate, dove Ds e Margherita hanno trovato maggiori convergenze, non c’è partita: vincono in larga misura i Democratici lombardi per Veltroni. Come ho sempre sostenuto, sarà necessario andare al di là delle liste per costruire il nuovo partito. Una sfida che accetto volentieri e che era già contenuta nella proposta politica nella nostra lista, l’unica capace di ospitare tutte le diverse componenti dell’Ulivo, l’unica aperta al contributo delle altre sensibilità. Da domani, si comincia.

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