C’è una curiosità nella vicenda della leggina ad hoc, la terza in tre anni destinata a soli tre Comuni della Lombardia (tra cui, per uno dei ‘casi’ spesso richiamati dall’assessore Boni, c’è immancabilmente Monza). E’ una lettera del sindaco Mariani, datata 12 settembre, che non è sottoscritta dal primo cittadino. In calce, solo "Marco Mariani" a macchina, senza firma, né sigla, né qualifica. Siccome gli vogliamo credere ancora una volta, come già in occasione della vicenda Alsi (a proposito, come è andata a finire?), andiamo a leggere il contenuto senza soffermarci sul mancato ‘timbro’ di ufficialità. Nella missiva, Mariani chiede "una congrua proroga legislativa del termine di cui all’articolo 13, comma settimo, della citata legge regionale, che consenta un adeguamento del Pgt adottato alla mutata situazione politico-amministrativa della città di Monza". Ora, la sera prima di scrivere questa lettera, Marco Mariani, alla Festa dell’Unità, aveva garantito e promesso che sarebbe stato approvato il Pgt entro la scadenza naturale. Il mattino dopo lo stesso Marco Mariani ha scritto in un atto ufficiale, ora richiamato dalla giunta regionale per motivare la proroga stessa, che la proroga non solo era "necessaria", ma era necessario che fosse "congrua". Noi gli vogliamo credere e auspichiamo che il clima di collaborazione in Comune prosegua. Trovandoci oggi pomeriggio in Commissione, però, avremmo preferito che il Mariani scritto corrispondesse a quello parlato. E, se vogliamo, a quello firmato. Così, per chiarezza e serietà.

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