E’ arrivato il progetto di legge ad hoc, il terzo consecutivo, che riguarda le politiche urbanistiche della città di Monza. Il pdl è presentato da tutti i capigruppo di maggioranza – una scelta politica corale – perché così si salta il passaggio in giunta e si abbreviano i tempi. Il presidente vicario Lucchini, raggiunto dal pdl direttamente in aula, lo ha immediatamente presentato ai colleghi e attribuito alla commissione competente. Quest’ultima, già convocata per domani senza che fosse prevista la discussione di questo oggetto, domani potrà discuterlo, se la maggioranza – come è certo che sia – farà di tutto per aggiungerlo "fuori dal sacco". I tempi sono stati rispettati per un’oretta, perché altrimenti sarebbero passate le necessarie 24 ore di preavviso. Per un soffio, ce l’hanno fatta. La norma è scandalosa: "il termine di cui al comma 7 è di duecentosettanta giorni [anziché 90] qualora, nella fase del procedimento di approvazione del PGT successiva all’adozione dello stesso, si svolgano le elezioni per il rinnovo dell’amministrazione comunale". Si precisa in un successivo comma che la disposizione "si applica anche ai procedimenti di approvazione del PGT in corso alla data di entrata in vigore della stessa". Cioè, a Monza. La proroga è contraria al principio di costituzionalità, a quello di continuità amministrativa, allo stesso dettato della legge 12. Non si capisce perché i 90 giorni previsti dalla legge debbano diventare 270 solo per quei comuni. Ma, si sa, Romani aveva chiesto sei mesi e quindi, considerato che i tre mesi erano già passati, era necessario provvedere ‘inventandosi’ la cifra dei 270, particolarmente inusuale quando si tratta di leggi. O, meglio, quando si tratta di leggi serie, e non leggine fatte apposta. Domani la commissione è convocata alle 14.30. Credo che i monzesi perbene potrebbero darsi appuntamento davanti agli uffici del Consiglio regionale. La ‘manna’ regionale è arrivata, dopo tanti traccheggiamenti e tanti depistaggi. Spunta in aula, un mattino di settembre, giusto in tempo per la commissione del giorno successivo, per la seduta del Consiglio della prossima settimana, per la pubblicazione sul Burl (5 giorni) e per la sua entrata in vigore. Tutto per caso, s’intende, commenterebbe Boni, già protagonista della legge dello scorso anno. Tutto per Paolo. Per la Cascinazza e per tutto quello che in sei mesi si riuscirà a fare per stravolgere il piano regolatore. In una Regione nella quale sono attivi interi staff per studiare norme ad personam e in cui tutti i capigruppo di maggioranza sostengono, sulla base di un patto politico, cose del genere. Che tristezza.

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