Non ci volevo credere e me lo sono fatto ripetere più volte: molti cittadini (tra i quali più di un fedele) della parrocchia di San Fruttuoso in Monza mi hanno segnalato lo sdegnato attacco del parroco contro i manifesti della Festa dell’Unità comparsi sulla via che porta alla chiesa. Pare che qualcuno abbia chiesto all’azienda che si occupa della pubblicità di rimuoverli e addirittura c’è chi racconta che il prelato ne avrebbe parlato anche nell’omelia domenicale, associandoli alla pornografia (pensate: una valigia marrone in campo rosso, diabolico). Ora, continuo a non voler credere a quanto in molti mi raccontano ma, come tutti mi confermano, i manifesti sono stati sostituiti e collocati in una posizione meno dolorosa per la sensibilità da bible belt del don Camillo locale. Mi dicono che è vicino a Cl, e mi è venuto in mente che in occasione delle ultime elezioni comunali fu proprio il candidato più vicino a Cl a darsi da fare per apparire su tutti i manifesti con il proprio volto. Anche sui tabelloni degli altri. Quei manifesti, però, andavano bene, anche se palesemente abusivi. Quelli della Festa dell’Unità, regolarmente affissi, invece, costituiscono uno spudorato attacco alla Chiesa, nemmeno fossimo a Brescello o negli anni Cinquanta. Anche negli ultimi giorni, a proposito della scandalosa questione dell’esenzione dall’Ici, da più parti si è chiesto rispetto per la Chiesa e attenzione nei suoi confronti. Sarebbe il caso che il rispetto fosse reciproco e che le crociate, a cui qualcuno è evidentemente ancora affezionato, fossero dedicate a ben altro.

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