Alla luce di una bella riflessione condivisa con Stefano Tosi a Varese, in occasione della Notte bianca (bella), propongo solennemente che nel comitato ‘centrale’ del nuovo Pd ci sia una nuova figura, in linea con una certa retorica da libro Cuore che si respira nelle ultime ore. Trattasi della «Vedetta lombarda», funzione non burocratica ma d’azione, istituita presso la leadership del Pd con funzioni di disturbo. Ad ogni iniziativa del Pd che s’intende assumere, viene contattata la ‘vedetta’ che illustra le ricadute sul territorio delle proposte romane. Nessun leghismo, sia chiaro: non credo ad un’esclusività della questione settentrionale. L’ho scritto e lo ripeto. Solo credo nella necessità improrograbile di dotarci di un argine all’autolesionismo. Una dichiarazione a Roma, provoca una tempesta in provincia di Varese (cfr. ad esempio la prima pagina di Repubblica di oggi: «Pensioni, lite nel Governo») . Anche questo è federalismo. Caratteristica della ‘vedetta’ è quella di essere autonoma e indipendente, senza peli sulla lingua e drastica. Corre dei rischi, come nel testo del De Amicis. Soprattutto quando l’ufficiale le si rivolge: «che altro vedi, a sinistra?». E son pallottole da fuoco amico…

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