«Piero, ma metti qualche ragazzo, metti le donne. Fregatene della nomenklatura, quelli un posto ce l’hanno già». Così Goffredo Bettini a Piero Fassino, l’altra sera. Purtroppo non è stato ascoltato e il Comitato promotore del Pd sembra proprio quella fusione fredda dei gruppi dirigenti, quella sommatoria di Ds e Dl dei piani alti che da mesi ormai sentiamo esorcizzare più o meno da tutti. E’ tutto così prevedibile che viene quasi da piangere. Perché non coinvolgere semplici cittadini, elettori delle primarie, sorteggiati in Friuli e in Sicilia, ad Aosta e a Taranto, qualche amministratore locale sconosciuto, un po’ di giovani? E le donne, non dovevano essere la metà? E dovevano essere proprio 45 (che numero è, oltretutto)? E ci dovevano proprio stare Rovati e la sua carta intestata? E i focolarini (!) sì, ma gli ambientalisti no?
L’età media è 57 anni (ma si può, dopo tutta la retorica che è stata versata sulla necessità di un ricambio generazionale?): un giovane partito con un grande futuro. Alle spalle. Le loro.

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