Domattina interverrò alla riunione delle Democratiche di Sinistra di Monza e della Brianza (appuntamento alle ore 10, presso la sala della Circoscrizione 3, San Rocco, Monza). Un altro modo per celebrare senza troppa enfasi il family day: confrontarsi con le donne. Nel nome e nel segno di una leader che si sta affermando sempre di più, quell’Anna Finocchiaro che ha infiammato il congresso di Firenze. E dirò poche cose in cui credo fermamente: che ci vogliono le quote rosa, ma temporaneamente, perché le donne sapranno poi fare benissimo da sole, una volta risolto il problema dell’accesso ai cosiddetti gruppi dirigenti. Che il Partito democratico nasce al femminile, e la partita democratica è una delle più importanti della nuova formazione politica. Che la questione del tempo che sta così a cuore alle donne (spesso perché hanno una vita più intensa di quella degli uomini) è centrale e decisiva per la nostra proposta politica: e sono felice di ricordare che l’ultima delibera approvata dal Consiglio comunale di Monza era collegata al nuovo Piano dei tempi, finanziato dalla Regione grazie a un emendamento al bilancio regionale presentato dal gruppo dei Ds e dell’Ulivo. Insomma, quella che vorrei è un’operazione prima etimologica che politica: che le donne, cioè, ritornino ‘padrone’ (come vuole il nome) di un Paese che le ha troppo sottovalutate, emarginate ed escluse. E non sto parlando dell’Ottocento: mi riferisco alla situazione che viviamo ogni giorno. Nel nome di Anna e delle democratiche belle, intelligenti e appassionate come lei.

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