Dalle pendici del monte Serra, che divide – opportunamente – Pisa e Lucca, un augurio di una Pasqua serena e leggera. Qui il tempo scorre lento (come la connessione che sto usando…) e prendere le distanze dalle ‘cose’, metterle a fuoco, è molto più facile, perché è un po’ come ammirare la vistache si apre qui intorno, in questo panorama di spensierati declivi e dolci colli. Machiavelli nel suo ritiro di San Casciano (qualche secolo dopo diventato famoso per il Mostro), rientrando a casa, la sera, si dedicava ai classici, per superare la noia del quotidiano e per allontanare i cattivi pensieri. Si parva licet, per me vale egualmente Shakespeare, che si ambienta perfettamente tra questi colori, come se si trattasse di uno dei tanti turisti inglesi che amano la Toscana come pochi sanno farlo. E allora non ci sarà per noi l’uovo di serpente (così poco pasquale) che preoccupa Bruto, né una terribile Lady Macbeth. Tutt’al più il misogino innamorato di Pene d’amor perdute, ma questi sono fatti miei. Auguri, quindi, e un bacio a tutti.

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