Città possibili: Genova per noi (non) è una città come un’altra

Straordinario l’intervento dell’assessore Arcangelo Merella alla prima tavola rotonda del Festival delle città possibili. Il programma di interventi anti-smog di Genova (Merella è assessore alla Mobilità del Comune) rappresenta un modello anche per l’area milanese: innanzitutto, un piano per la mobilità commerciale, concordato e concertato con le parti in causa, attraverso la creazione di hub e piattaforme decentrate, nelle quali convogliare il traffico dei camioncini su mezzi elettrici e a basso impatto, che portino le merci a destinazione. E, poi, un piano-parcheggi, l’individuazione di zone a traffico limitato e un piano per il car-sharing (che è anche van-sharing, sempre per le merci). E, ancora, un progetto – condiviso con altre città europee: Burgos, Cracovia e Stoccarda – per l’introduzione dei «crediti di mobilità», forme ragionate di congestion charging, che sarebbe utile mettere sul tavolo milanese (quello, per intenderci, dove Moratti, Formigoni e l’immancabile Berlusconi pensano tre cose diverse e assolutamente incompatibili). Insomma, complimenti. Ettore Brunelli, uno dei migliori amministratori lombardi, ha illustrato l’incidenza del traffico autostradale sulle emissioni. Ridurre la velocità sulle nostre autostrade da 130 a 110 chilometri orari vorrebbe dire – nel caso di Brescia – abbattere di quasi il 10% le emissioni di polveri sottili. Forse è il caso di pensarci, no? Paolo Confalonieri ha ricordato che l’arretratezza dell’area milanese si misura sul numero di biglietti che siamo costretti a tenere nel portafoglio, perché in Lombardia manca un biglietto chilometrico integrato che consenta di viaggiare su tutti i mezzi di trasporto pubblico locale, a prescindere dal tipo che si sceglie (in Campania, per dirne una, c’è). Tutte cose importanti e possibili, come ci piacerebbe che fossero anche le nostre città. E la nostra Regione.

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