La politica regionale è il tempio della retorica fine a se stessa. Si prenda, ad esempio, il 2 ottobre, giorno in cui per la terza volta si celebra la festa dei nonni. Formigoni ne rivendica la primogenitura ed esalta il ruolo dei nonni nella famiglia e nella società. Ma la Regione cosa fa in concreto per gli anziani? I dati statistici dicono che i nonni lombardi vivono in una situazione di incertezza e difficoltà, basti considerare che il 61% degli over 65 nella ricca Lombardia percepisce una pensione inferiore ai 600 euro al mese. L’assistenza domiciliare nella nostra Regione, non copre più del 3% degli anziani, contro il 10% della Germania e il 20% della Gran Bretagna. I buoni sociali e sociosanitari di cui si vanta tanto la Regione vanno in tutto a 23.706 lombardi, su oltre 300 mila che ne avrebbero bisogno. Inoltre, se è vero che ci sono 53.000 posti letto nelle RSA, tutti sanno che le rette sono sempre più esose. Problema non risolto è quello della solitudine, che in Lombardia riguarda il 29% degli anziani e che dovrebbe essere affrontata con politiche innovative di socializzazione, di invecchiamento attivo, di prevenzione.  Abbiamo chiesto, in Commissione, che nel Piano sociosanitario si tenga conto di questi dati. “Si parta da qui – ha dichiarato Ardemia Oriani – si stanzino risorse adeguate, si realizzi un Fondo per la non autosufficienza, si riorganizzino le cure primarie e della cronicità e si ricostruisca una rete di servizi integrati nel territorio capace di farsi carico degli anziani senza voce”.

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