Alle dieci di stamane inizia l’ultima seduta del Consiglio regionale prima della pausa estiva. I lavori proseguono nella discussione del Progetto di legge dedicato ai «richiami vivi» – un titolo che più che alle Orobie fa pensare ai Carpazi – ovvero agli uccellini come l’allodola, il tordo, la cesena e il merlo che vengono catturati – nel numero di 55.000 – per fungere da richiamo nei confronti dei loro simili perché i cacciatori appostati nei capanni possano colpirli. Ovviamente, si tratta di una legge in deroga alle direttive europee e alla stessa normativa venatoria, ma sembra che la Regione non ne possa fare a meno. Dovrebbero invece farla franca le ormai mitiche peppole, per cui la deroga quest’anno non dovrebbe nemmeno essere sottoposta al voto dell’aula, anche alla luce di un impegno preciso del Governo nazionale. Lo scopriremo tra qualche ora. Salvare più di mezzo milione di peppole e qualche centinaio di migliaia di fringuelli sarebbe certamente opera meritoria, anche se mi chiedo se è seria una discussione come questa che si svolge in piena crisi mediorientale, mentre a Roma si parla di indulto e missioni estere e immediatamente dopo l’episodio bipartisan della scorsa settimana, in cui in Consiglio – presente Formigoni – si è fatto l’elenco delle priorità e delle cose che servono ai lombardi. E poi però si è tornati immediatamente al tran tran regionale, alle prese con gli uccelletti in deroga. E’ proprio vero: come dice il saggio, una peppola non fa primavera.

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