Nell’aula del Consiglio comunale di Monza è arrivata, nel corso dell’ultima seduta, anche la pizza. L’hanno portata i consiglieri di minoranza, che protestavano per non aver ricevuto l’assenso all’ennesima richiesta di sospensione dei lavori. La pizza è un po’ il simbolo delle condizioni in cui versa il Consiglio: l’ostruzionismo della minoranza è un dato costante, assoluto, che prescinde da quello che si discute e dall’argomento che si affronta. E’ un ostruzionismo oltretutto dichiarato e rivendicato, come se fosse un fatto normale che – piuttosto che affrontare gli argomenti e confrontarsi – in Consiglio ci si trovi per mangiare la pizza dal cartone. I cittadini monzesi è il caso che lo sappiano. Come è il caso che sappiano che la giunta Faglia sta facendo di tutto per far ripartire i lavori della piazza (piazza, non pizza), bloccati dalla sentenza del Consiglio di Stato. Quando si fa politica, si assumono delle responsabilità, e si può incappare anche in qualche passo falso o in un momento di difficoltà, ma si risponde con dignità e con soluzioni razionali. Non certo con la politica d’asporto e con un’opposizione fatta di insulti, in cui gli argomenti si perdono nel clamore e nella violenza verbale, senza che sia possibile riconoscere più alcun costrutto in quello che proviene dai banchi della minoranza. Forse, banalmente, per via della bocca piena.

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