Il termostato torna alla ribalta della politica lombarda. Qualche mese fa Zambetti propose di tenerlo a 14 gradi se fuori ce ne sono 7 – so che è incredibile, ma l’ha detto davvero – oggi Formigoni stabilisce la misura aurea dei 22 gradi in casa per combattere l’inquinamento. A me, come a Hutter (Repubblica di oggi) risultava ne bastassero 20. Ma sicuramente ci sbagliamo. Anche perché Formigoni ha sottolineato il concetto presentandosi ai giornalisti in maglione: toglierselo avrebbe significato che si stava inquinando, il presidente dixit. Molto bene: Formigoni diventa promotore di politiche personali contro lo smog. Ci si chiede, però, perché su tutto il resto si nicchia alla grande. Abbiamo proposto di estendere l’area critica a tutta la Lombardia (ora è limitata, come se l’aria si trattenesse dallo sconfinare da una provincia all’altra), di promuovere politiche attive per il trasporto pubblico, attraverso incentivi e potenziamento del servizio, di valutare sperimentazioni (ticket d’ingresso), di ripensare la politica dei blocchi, con una maggiore coerenza tra dati dell’inquinamento e stop alle auto (ora i blocchi sono programmati a settembre, come se si potesse prevedere il livello di inquinamento di tutti i mesi successivi). Hutter nel suo articolo parla dell’Emilia Romagna. Lì non conta l’abbigliamento, ma la proposta politica. Lì non ci sono inviti, ma regole. Non ricordo chi governa l’Emilia, mi volete aiutare?

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