Suggestioni

La giornata si conclude a Lesmo, con un incontro pubblico di tutti i candidati della lista Uniti nell’Ulivo a Lesmo, e una pizza al Cinghei (bel locale brianzolo, pregevole soprattutto per il berceau, che, nonostante il nome du pays, è gestito da un ristoratore della costiera amalfitana).
Prima però abbiamo attraversato più di un’iniziativa di interesse.
Nel tardo pomeriggio, incontrando Corrado Accordino e gli alunni della sua scuola di teatro, con la partecipazione straordinaria (è proprio il caso di dirlo) di Elio De Capitani, abbiamo discusso del difficile rapporto tra cultura e politica, soprattutto per responsabilità – quando non per colpa – di quest’ultima. Abbiamo parlato di Monza, della nuova Monza di Faglia e del coraggio negli investimenti a favore della cultura e della sua promozione, riscoprendo un tema che in campagna elettorale si frequenta molto – troppo – raramente, e che invece deve essere sempre ben presente ai nostri amministratori e ai nostri politici. Un confronto che speriamo prosegua a Monza e in Regione, uscendo dalle secche sottoculturali della destra e superando le nostalgie celtiche dell’attuale delegato da Formigoni ad occuparsi di questi temi. Anche in Brianza, quella Brianza universitas di cui spesso abbiamo parlato, discutendo a distanza con Massimo Cacciari, nella quale si potrebbe creare un consorzio non solo per lo smaltimento dei rifiuti e per la bonifica del Lambro, ma anche per la promozione della cultura. Un impegno che mi assumo volentieri e che rinnovo ai colleghi e agli amministratori monzesi e brianzoli.
Subito dopo, siamo stati a casa di Monica. A Muggiò. Dove c’erano un gruppo di persone con cui si è chiacchierato di politica, con serenità e franchezza e dove mancava solo Duccio. Che sarebbe il marito di Monica. A Duccio non piace il centrodestra, ma non lo convince nemmeno il centrosinistra. E ogni volta è necessaria una campagna personalizzata. Speriamo che tra Sarfatti e Formigoni non abbia dubbi, anche perché se no Monica si arrabbia sul serio, questa volta.
Più tardi siamo stati a Varedo, a un’iniziativa dedicata alla scuola, promossa dai Ds e dalla Sinistra giovanile, alla quale è venuto il momento di dedicare qualche riga. Perché i ragazzi della Brianza Ovest sono preparati e impegnati e il loro circolo, dedicato a Allende, è capace di mobilitare ragazze e ragazzi. Da loro – e dai tanti segretari giovani, dai nostri consiglieri (come il capogruppo di Ornago) e giovani assessori – dobbiamo partire per costruire il partito della Brianza. Non solo per ‘rinnovare’ in modo generico, e pensando solo all’anagrafe: è troppo importante che il loro linguaggio più ‘fresco’ e le loro esigenze così ‘attuali’ entrino a far parte del nostro patrimonio e della nostra offerta politica, come si dice in politichese. Alla fine della campagna elettorale, organizzeremo un percorso di incontri e di dibattito con loro, sulle scelte e sulle strategie che i Ds vorranno assumere in Brianza, ripartendo dalla formazione e magari estendendo la scuola politica di Niccolò, che abbiamo creato a Monza, anche agli altri Comuni della Brianza.

Tutte queste suggestioni potevano anche bastare: e invece ho trovato, prima della tappa di Lesmo, una platea attenta a Monza, all’ascolto degli architetti Baldessari e Viganò che discutevano della nuova legge urbanistica regionale e del famoso comma 2, quello che mette Monza in difficoltà e che la dice lunga sul concetto di federalismo e di devoluzione dei poteri decisionali alle comunità locali che la destra così tanto sbandiera.

Per concludere: secondo me, ce la facciamo. Perché c’è troppa ricchezza di temi e questioni dalla nostra parte e troppa arroganza e sicumera dall’altra. E, a mio parere, i lombardi se ne stanno rendendo conto.

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