Succede che a un certo punto della campagna elettorale ti viene voglia di raccontare la storia. Anzi, le storie che stai attraversando, mentre, appunto, stai facendo la campagna elettorale. E allora devi iniziare dai compagni, che di per sé sono ‘compagni’ magari da una vita, che però questa volta sono più precisamente ‘compagni di viaggio’. E non perché, banalmente, ti accompagnano in giro per i mercati, le sale pubbliche, le cene e i banchetti. O perché li incontri agli incroci e nelle piazze a distribuire il tuo ‘materiale’. Intendo dire in un senso più profondo. Cioè, nel profondo, questi compagni di viaggio sono lì per un motivo ben preciso. Che in politichese si chiamerebbe ‘percorso’. In realtà, in questa storia, che è più storie insieme, di percorsi ce ne sono parecchi: c’è la sfida a Formigoni (collegata con un filo rosso con quella a Berlusconi), c’è il cammino verso l’unità dell’Ulivo e del Centrosinistra, c’è il nuovo spazio politico della Brianza, e c’è anche – per i ‘compagni di viaggio’ che sono anche ‘addetti ai lavori’ – il rilancio del partito e la costituzione della nuova Federazione. E tanti altri percorsi ancora: chi è candidato per un posto in consiglio comunale, là dove si vota per rinnovare le amministrazioni. Chi ambisce – giustamente e orgogliosamente – a fare il sindaco, come Carlo e Pietro.

E poi c’è tutto un mondo di persone che il ‘percorso’ ce l’hanno dentro, e non c’è neanche bisogno di chiederglielo il perché sono lì, a volantinare, ad attaccare manifesti, a seguire passo passo la campagna elettorale tua e di Sarfatti. Ci sono cose che non si possono né raccontare, né acquistare. Per tutto il resto, viene da dire, c’è Berlusconi e quell’idea della politica a botte di milioni, con uno sfarzo che poco si confà alla situazione che stiamo vivendo. E che in questa campagna elettorale si percepisce dappertutto.

Perché la scoperta è che la gente è preoccupata. E la preoccupazione la spinge alla riflessione. E a cercare di capire meglio le cose. E allora le trovate pubblicitarie servono a poco. Serve qualcosa di diverso e di migliore, per rispondere a questi problemi e a certe domande, che sono sempre più difficili. Anche nella tradizionalissima Brianza, dove quasi tutti chiedono più certezze e un po’ di quella serenità che negli ultimi anni sembra essere volata via.

E allora l’on the road che stiamo sperimentando è meno trendy e forse poco cool, ma più veritiero. A contatto con una realtà che vale la pena di conoscere e di affrontare fino in fondo. E anche se non viaggiamo su una Pontiac, ma su auto qualsiasi (in attesa che arrivi un Ducato rosso fuoco e tutto bardato a scarrozzarci per la Brianza), l’esperienza è di quelle che ti fanno imparare qualcosa di nuovo. E di antico, nello stesso tempo.

E, però, altrimenti non si capirebbe l’entusiasmo, ci si diverte. Eccome. Perché i famosi ‘compagni di viaggio’ (a cominciare da Roberto, Paola, Fausto, Enrico per finire con tanti altri) sono (anche) simpatici e calorosi e – soprattutto nei momenti di massima disorganizzazione e di confusione assoluta – pressoché irresistibili.

Ecco perché, anche se abbiamo meno risorse e meno dané, delle volte, vinciamo. Alla grande. E vedrete che anche questa volta…

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