Torno su una questione e scusate se mi ripeto: l’Italicum è una brutta legge elettorale. La riforma costituzionale è una brutta riforma.

Le due affermazioni per me valgono anche separate. Anche senza che vi sia bisogno di parlare di “combinato disposto”. Che certo peggiora le cose, ma non è questo il primo punto da affrontare.

Dubito che la legge elettorale cambierà profondamente, ma anche se così fosse la riforma non andrebbe comunque bene.

Perché un Senato non votato dagli elettori, in cui i Consiglieri regionali si eleggono tra loro, scegliendo un sindaco per regione, con cinque senatori “a vita” temporanei, che non ha funzioni chiare né una netta distinzione rispetto alla Camera, né regole chiare per comporre gli eventuali conflitti che dovessero sorgere tra le due Camere, non va bene né con il sistema tedesco, né con quello spagnolo, né con quello francese.

Quindi non ha senso continuare a confondere le due cose. Che certo sono state concepite insieme e si richiamano alla stessa cultura politica, ma si devono valutare separatamente. E prima viene concettualmente e politicamente la Costituzione, immediatamente dopo (ma comunque dopo) la riforma elettorale.

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